Oggi vorrei tornare sul tema della differenza tra pedagogia e psicologia (ne ho parlato qui), in particolare sul tema, cui ho accennato nel post di martedì scorso, della differenza di un lessico (e, di conseguenza, di una antropologia) che si connette alla persona piuttosto che alle diagnosi di disturbi, perdipiù non riconoscibili come alterazioni organiche del funzionamento cerebrale. La maggior parte dei “disturbi” e delle sindromi con cui il pedagogista si trova a confrontarsi sono di questo tipo e la maggior parte di noi – più di tutti i colleghi che si occupano di consulenza pedagogica (un esempio) – si misurano spessissimo con questo tipo di problematiche.
Una delle voci più lucide sul problema della psichiatrizzazione dell’infanzia e dell’adolescenza è un nostro socio, Eramanno Tarracchini, di Modena.Lascio che sia lui stesso a parlarvene. Si tratta dell’intervento di Ermanno al Congresso Nazionale Apei di Napoli del 2012.
Nel nostro ordinamento abbiamo due istituti. Quello dell’equipollenza (che significa che due titoli di studio hanno esattamente lo stesso valore) e quello della equiparazione (che invece ha valore in relazione ad un ambito specifico, quello delle procedure concorsuali