assistenti all'autonomia, assistenza all'autonomia e alla comunicazione

A volte i nodi vengono al pettine, a volte invece vengono alla calcolatrice

Uno dei problemi del processo di stabilizzazione del ddl Bucalo è il gigantesco problema finanziario che quel disegno di legge risolve semplicemente… non parlandone. Il Ddl Bucalo non ha una norma che ne preveda la copertura finanziaria, e più volte ho sollevato il problema per cui i servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione, platealmente sottofinanziati andrebbero riorganizzati e rifinanziati prima di procedere alla internalizzazione in un qualsiasi ente pubblico. E niente, per alcuni la priorità è di assumere persone prima di capire cosa devono fare.

Questo tipo di approcccio produce dei paradossi.Mi sottopongono in proposito un comunicato (lo trovate qui) davvero molto istruttivo in questo senso. Il comunicato è redatto dall’Anief che un sindacato autonomo (credo il piu piccolo tra i firmatari del CNNL scuola. Anief si è detta favorevole alla stabilizzazione per come viene prospettata nella Pdl Bucalo, contrariamente, per esempio, a Cisl (qui un mio articolo) e Cgil) che hanno manifestato diversi gradi di contrarietà. Si tratta di una posizione molto interessante, perché mostra che prima o poi anche se vuoi assumere posizioni populiste la calcolatrice è necessario prenderla in mano, e bisogna fare tre conti anche se non si lavora al Ministero.

Ma dato che sono le sottolineature ad essere importanti, vediamo una sintesi del comunicato stampa (che potete leggere voi stessi da questo link).

E vediamola questa stabilizzazione in salsa Anief. Il comunicato si interessa di tre aspetti.

  • Il primo è: gli operatori dei servizi di assistenza all’autonomia e ala comunicazione non sono docenti. Non fanno didattica e quindi non devono essere inquadrati come docenti. Devono piuttosto essere inquadrati come personale Ata e “con un profilo pari o superiore agli assistenti amministrativi”. In quanto personale Ata devono lavorare 36 ore settimanali. E’ molto interessante, sia detto per inciso, che questo sindacato associa al personale amministrativo gli educatori nei servizi di assistenza all’autonomia.
  • Il secondo aspetto riguarda i gruppi di lavoro. Ad Anief sta a cuore che il personale del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione non faccia parte del Git– Il Gli si, gli va bene. Il Glo, il Glir manco li citano. Boh.
  • Il terzo aspetto però è quello più interessante di tutti, ed è il punto in cui Anief parla di soldi. A quel punto il sindacato della scuola argomenta:

se [gli operatori dei servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione] venissero stabilizzati nei ruoli dello stato come personale ATA, con una qualifica superiore a quella del collaboratore scolastico, su un lordo stato di 35mila euro per ognuno di questi assunti con gli attuali 200mln di euro potremmo assumere 6.090 unità per 36 ore in 30 settimane“.

Anief sa che, anche pagando ognuno degli operatori di assistenza all’autonomia e alla comunicazione come personale Ata che lavora in segreteria (non come personale laureato) il costo per lo Stato viaggia sui 35.000 euro a persona. La proposta dell’Anief è: prendiamo i 200 milioni di euro che lo Stato investe su questo servizio, e dividiamolo per 35.000 €. Con 200 milioni possiamo assumere 6000 persone. Perfetto, tutto ok, dice Anief: assumiamo 6000 persone. per erogare un servizio che viene realizzato attualmente (con il cofinanziamento delle Regioni e dei comuni) da 54.000 persone.

Ora, uno potrebbe chiedersi quante sono le scuole, e se 6000 persone possono coprire questo fabbisogno Si saranno posti questo problema all’Anief? Le scuole statali in Italia sono più di 43.000 (attenzione, 43.000 scuole, significa che i plessi sono molti di piu).

Quindi, secondo questo ragionamento avremmo un operatore di assistenza all’autonomia e alla comunicazione ogni (piu o meno) 7 scuole. Se la cosa vi sembra strana, sappiate che per Anief è tutto ok. O non ci hanno fatto caso, o per loro va bene così.

A guardare bene il dubbio che 6000 operatori per tutte le scuole e tutti i bambini e ragazzi con disabilità d’Italia siano insufficienti ad Anief deve essere venuto, perché, colpo di genio, poco più avanti il comunicato precisa che

in caso di necessità si potrebbe pensare di utilizzare il fondo per la non autosufficienza che verrà aumentato di 250mln di auro a partire dal 2024 allo scopo di garantire la continuità del servizio orario ed il riconoscimento del nuovo rapporto di lavoro per questo personale.

Quindi nel comunicato si dice qualcosa del tipo: se proprio qualche Pierino devesse venire a dire che un operatore ogni 7 scuole è insufficiente, fate una cosa. Togliete i soldi delle prestazioni di assistenza domiciliare alle persone con autosufficienza e dirottateli sull’assistenza specialistica scolastica, tanto sempre di persone con disabilità si tratta e l’incremento del fondo per la non autosufficienza evidentemente non serviva.

Io lo so che le posizioni politiche lasciano il tempo che trovano, ma assumersi la responsabilità di dire che il fondo per la non autosufficienza si può tagliare è davvero una cosa che mostra che, delle due, o non si sa di cosa si sta parlando o che veramente vanno tolti i servizi domiciliari alle persone con disabilità non autosufficienti .

Articoli correlati

1 thoughts on “A volte i nodi vengono al pettine, a volte invece vengono alla calcolatrice

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *